Si finisce per imparare 🦉

Quali strategie d’apprendimento funzionano davvero? Fra meccanismi evolutivi, teorie educative, falsi miti e qualche sana speculazione.
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Premessa all’area tematica sull’apprendimento (salta la premessa 🦘)
Non essendo né docente, né pedagogista, né tantomeno un neuroscienziato, non intendo dare istruzioni precise su come gestire il proprio apprendimento — o quello dei nostri figli. Tuttavia, sono certo di affermare il vero dicendo che, nel campo dell’istruzione, dell’educazione e dell’insegnamento, regna una certa confusione.
Non è infrequente assistere a un dialogo tra sordi quando si confrontano professionisti che ruotano attorno al tema dell’apprendimento. E quando non si stanno a sentire è nulla, rispetto a quando iniziano a scontrarsi.
Perciò, dispensare qualche spunto — trovato leggendo qua e là — me lo concedo.
Perciò, dispensare qualche spunto — trovato leggendo qua e là — me lo concedo.
Come accade nella psicologia — ma probabilmente in ogni campo del sapere umano — qua e là, per il mondo, università e ricercatori estraggono dai loro cilindri nuove teorie e modelli concettuali, costruendo esperimenti e producendo dati convergenti alle più svariate tesi.
Unite queste teorie educative e strategie didattiche alle opinioni — spesso divergenti — di docenti, genitori o formatori d’ogni genere, e otteniamo:
Unite queste teorie educative e strategie didattiche alle opinioni — spesso divergenti — di docenti, genitori o formatori d’ogni genere, e otteniamo:
la babele dell’insegnamento su scala planetaria.
Non è questa la sede per entrare nel merito, ma vale la pena aprire una parentesi:
le parole educazione e istruzione, spesso usate come sinonimi, hanno origini e significati molto diversi.
La prima è oggi sulla bocca di tutti, nei discorsi mainstream, e richiama l’idea del “tirare fuori” qualcosa dall’individuo.
La seconda, quasi soppiantata e trattata da fratello cattivo della prima, riguarda più il “mettere dentro” contenuti e nozioni.
le parole educazione e istruzione, spesso usate come sinonimi, hanno origini e significati molto diversi.
La prima è oggi sulla bocca di tutti, nei discorsi mainstream, e richiama l’idea del “tirare fuori” qualcosa dall’individuo.
La seconda, quasi soppiantata e trattata da fratello cattivo della prima, riguarda più il “mettere dentro” contenuti e nozioni.
Di fatto, invochiamo educazione… ma pratichiamo istruzione.
E prima di parlare seriamente di apprendimento, consiglio al lettore di fermarsi un momento, cercare l’etimologia di entrambe… e rifletterci su.
I due concetti andranno comunque sempre a braccetto, completando il quadro generale.
E prima di parlare seriamente di apprendimento, consiglio al lettore di fermarsi un momento, cercare l’etimologia di entrambe… e rifletterci su.
I due concetti andranno comunque sempre a braccetto, completando il quadro generale.
Sono genitore di figli con DSA (disturbo specifico dell’apprendimento) — una diagnosi utile per orientarsi, ma che, più cerchi di comprenderla, meno ti sembra convincente. Come spesso accade con le etichette.
Ho deciso di approfondire qualche nozione sull’apprendimento per conto mio, leggendo, ascoltando e provando a costruirmi un’opinione.
Ho deciso di approfondire qualche nozione sull’apprendimento per conto mio, leggendo, ascoltando e provando a costruirmi un’opinione.
Io stesso posso esibire un “certificato clinico” di appartenenza a questa categoria — dislessia, nello specifico — e, avendo vissuto fino a quarant’anni pensando “che sfortuna hanno i dislessici”, quando vedevo quelle rappresentazioni con le lettere che vanno a spasso sulla pagina,
posso dire di avere un’idea abbastanza precisa di quanto sia complicato immaginare, discutere, interpretare, e soprattutto contestualizzare i punti deboli… come quelli forti.
posso dire di avere un’idea abbastanza precisa di quanto sia complicato immaginare, discutere, interpretare, e soprattutto contestualizzare i punti deboli… come quelli forti.
Comunque vadano le cose — e indipendentemente da quali maestri, sistemi di istruzione o modelli educativi incontriamo nel cammin di nostra vita…
si finisce per imparare.
Anche scrivendo ciò che non si voleva insegnare.
🪵 I 4 pilastri dell’apprendimento
Di seguito passiamo brevemente in rassegna quattro funzioni, prodotte dall’evoluzione neurobiologica, seguendo il modello proposto e dimostrato dal neuroscienziato Stanislas Dehaene.
Si tratta di elementi evoluti e consolidati in tutto il regno animale, con differenti gradi di specializzazione, che hanno raggiunto il massimo successo con l’evoluzione del linguaggio umano — orale prima, scritto poi.
Si tratta di elementi evoluti e consolidati in tutto il regno animale, con differenti gradi di specializzazione, che hanno raggiunto il massimo successo con l’evoluzione del linguaggio umano — orale prima, scritto poi.
Insieme alle strutture sociali che ci hanno portato a fare dell’insegnamento un’istituzione, abbiamo messo a frutto l’efficienza di queste funzioni,
talvolta dandole per scontate, altre volte fraintendendole.
talvolta dandole per scontate, altre volte fraintendendole.
Qualunque sia il metodo scelto — o inventato — per imparare al meglio,
i seguenti quattro pilastri reggono la struttura della nostra capacità di apprendere, ponendo vincoli strutturali nell’edificazione del nostro sapere.
i seguenti quattro pilastri reggono la struttura della nostra capacità di apprendere, ponendo vincoli strutturali nell’edificazione del nostro sapere.
E, come dice Dehaene:
“Se anche solo uno di questi pilastri manca o traballa, l’intero edificio vacilla.”
Per contro, possiamo imparare a conoscerli, per sfruttarli in modo efficace ed efficiente,
al fine di spianare la via dell’apprendimento.
al fine di spianare la via dell’apprendimento.
🦊 Attenzione
Abbiamo tre sistemi attentivi secondo il modello di Michael Posner:
allerta o vigilanza, orientamento ed esecutivo —
passati in rassegna nella pagina “Come funziona l’attenzione”.
allerta o vigilanza, orientamento ed esecutivo —
passati in rassegna nella pagina “Come funziona l’attenzione”.
Oltre a questi sistemi abbiamo sviluppato anche l’attenzione condivisa,
indispensabile nella trasmissione della conoscenza.
Possiamo decidere di dirigere tutti insieme l’attenzione su uno stesso oggetto, concreto o astratto che sia.
indispensabile nella trasmissione della conoscenza.
Possiamo decidere di dirigere tutti insieme l’attenzione su uno stesso oggetto, concreto o astratto che sia.
È chiaro a chiunque quanto sia importante la gestione dell’attenzione durante l’apprendimento. Questo implica:
– Orientare l’attenzione verso l’obiettivo, evitando la dispersione.
– Non farsi distrarre dal sistema di allerta, che percepisce rumori sospetti o cerca stimoli più interessanti e meno noiosi.
– Saper selezionare, ordinare e manipolare le informazioni in modo coerente, grazie al sistema esecutivo.
– Mantenere l’attenzione condivisa sul problema e su chi ci insegna la soluzione… o ci complica la vita.
– Non farsi distrarre dal sistema di allerta, che percepisce rumori sospetti o cerca stimoli più interessanti e meno noiosi.
– Saper selezionare, ordinare e manipolare le informazioni in modo coerente, grazie al sistema esecutivo.
– Mantenere l’attenzione condivisa sul problema e su chi ci insegna la soluzione… o ci complica la vita.
Per fare un esempio di come è facile scivolare sulla classica buccia di banana, dando le cose per scontate,
chiamiamo in causa un vecchio testo di Eugen Bleuler e la sua acuta osservazione :
chiamiamo in causa un vecchio testo di Eugen Bleuler e la sua acuta osservazione :
"Il contrario dell'attenzione è la distrazione; essa ha due forme contrapposte, dato che, per un verso, si può definire distratto un alunno carente di tenacia e ipervigile che si lasci fuorviare da ogni minimo rumore, mentre, per altro verso, l'ipertenacia e la ipovigilanza caratterizzano invece la distrazione dell'insegnante."
[E. Bleuler - Trattato di psichiatria, p.163, 15a edizione 1983 — trad. it. pubblicata da Editrice La Scuola 2014]
🐈 Coinvolgimento attivo — curiosità
Mettete i vostri alunni sull’attenti: zitti, concentrati, rispettosi.
Pretendete ordine e disciplina…
e alla fine della lezione, una metà non avrà capito quasi nulla.
L’altra metà lo dimenticherà nel giro di un paio di settimane, se va bene.
Pretendete ordine e disciplina…
e alla fine della lezione, una metà non avrà capito quasi nulla.
L’altra metà lo dimenticherà nel giro di un paio di settimane, se va bene.
Quel sopravvissuto a questo metodo, che forse manterrà a lungo il contenuto della lezione,
è l’unico che si è presentato con la fiammella della curiosità accesa — probabilmente altrove.
è l’unico che si è presentato con la fiammella della curiosità accesa — probabilmente altrove.
Anche l’esatto opposto, a dispetto di quanto credono in molti, non porta grandi frutti.
Ad eccezione, forse, di favorire una certa dose di creatività.
Ad eccezione, forse, di favorire una certa dose di creatività.
La sfida sta nello sfruttare un sistema affettivo potentissimo,
che traina la vita animale da centinaia di milioni di anni:
il sistema della ricerca.
che traina la vita animale da centinaia di milioni di anni:
il sistema della ricerca.
Secondo il modello di Jack Panksepp, è ciò che ci fa sentire eccitati all’idea di ottenere una ricompensa imminente o possibile.
Nel caso dell’apprendimento, potremmo dire che il “boccone” è la comprensione.
Nel caso dell’apprendimento, potremmo dire che il “boccone” è la comprensione.
Riuscire a incanalare quella spinta all’attività esplorativa, senza inibirla, è il primo vero successo dell’insegnante.
Se mi sento vicino a un vantaggio da conquistare, divento più curioso, più eccitato.
Sono disposto a seguire delle istruzioni (eccola, la parola sporca).
Meglio se parziali — così da lasciare un margine per esplorare soluzioni creative…
e aprire la porta al prossimo pilastro.
Sono disposto a seguire delle istruzioni (eccola, la parola sporca).
Meglio se parziali — così da lasciare un margine per esplorare soluzioni creative…
e aprire la porta al prossimo pilastro.
🐍 Riscontro dell’errore — sorpresa (o feedback)
Si potrebbe anche aprire con una frase retorica tutt’altro che banale:
“Sbagliando si impara.”
Aggiungiamo però che anche chi “fa giusto” ma non ne era sicuro impara.
Ora non è più tanto banale, vero?
Ora non è più tanto banale, vero?
Non è sbattere la testa contro un muro a insegnarci qualcosa,
se non a evitare l’attività che ha portato alla conseguenza dolorosa.
E qui, pensate al muro come alle note insufficienti.
se non a evitare l’attività che ha portato alla conseguenza dolorosa.
E qui, pensate al muro come alle note insufficienti.
Lo schieramento dei contrari è potente,
ma la scienza, con i suoi test, è piuttosto inequivocabile:
ma la scienza, con i suoi test, è piuttosto inequivocabile:
i voti non aiutano a migliorare.
Il problema è che non abbiamo ancora trovato alternative valide su larga scala.
Il nostro cervello è una "macchina" di predizione,
specializzata nel costruire futuri plausibili per tutto ciò che si muove dentro, fuori e attorno a noi.
Gli errori di predizione generano sorpresa, stupore —
e i prestigiatori sono maestri nel crearli.
specializzata nel costruire futuri plausibili per tutto ciò che si muove dentro, fuori e attorno a noi.
Gli errori di predizione generano sorpresa, stupore —
e i prestigiatori sono maestri nel crearli.
La pallina che fluttua in aria non è speciale in sé:
lo è il fatto che il mio cervello ne prevedeva la caduta a terra.
lo è il fatto che il mio cervello ne prevedeva la caduta a terra.
Per mantenere viva la prospettiva della sorpresa,
devo restare nel dubbio: ci riuscirò o no?
E se fallisco, riprovo, finché il successo mi coglie di sorpresa.
devo restare nel dubbio: ci riuscirò o no?
E se fallisco, riprovo, finché il successo mi coglie di sorpresa.
I progettisti di videogiochi non avrebbero futuro se non dosassero la difficoltà
in modo da mantenere viva l’incertezza del risultato ma lasciando intravvedere la possibilità di successo.
in modo da mantenere viva l’incertezza del risultato ma lasciando intravvedere la possibilità di successo.
E a scuola?
Chi perde più facilmente l’entusiasmo?
Quello che colleziona un’insufficienza dopo l’altra…
o quello che, per troppo tempo, non sbaglia mai?
In entrambi i casi il risultato diventa scontato.
E la scuola — inevitabilmente — noiosa o addirittura frustrante e dolorosa.
E la scuola — inevitabilmente — noiosa o addirittura frustrante e dolorosa.
🐘 Consolidamento
Ripetere per automatizzare, e così liberare risorse per acquisire nuove abilità.
Se non abbiamo consolidato le nozioni apprese, al punto da non doverci riflettere ogni volta da capo, risulterà sempre più instabile costruire nuovi piani ai vari edifici della conoscenza.
Se non abbiamo consolidato le nozioni apprese, al punto da non doverci riflettere ogni volta da capo, risulterà sempre più instabile costruire nuovi piani ai vari edifici della conoscenza.
Per questo pilastro possiamo paragonare il cervello di ogni persona a una squadra di muratori — ognuno ha la sua, con i suoi limiti fisici.
Possono costruire un nuovo livello solo su livelli inferiori solidi. Diversamente, la costruzione diventerà instabile e non potrà elevarsi di molto.
Se la stessa squadra deve dividersi fra più costruzioni contemporaneamente, potrà anche riuscirci, ma:
o sarà lenta nell’edificazione,
o farà male il lavoro
e gli edifici saranno instabili.
Possono costruire un nuovo livello solo su livelli inferiori solidi. Diversamente, la costruzione diventerà instabile e non potrà elevarsi di molto.
Se la stessa squadra deve dividersi fra più costruzioni contemporaneamente, potrà anche riuscirci, ma:
o sarà lenta nell’edificazione,
o farà male il lavoro
e gli edifici saranno instabili.
Aumentiamo le ore di lavoro e riduciamo il sonno — “chi dorme non piglia pesci”?
Questo proverbio è orientato al mantenimento dell’attenzione e dell’impegno, non al rendimento da stacanovisti, tantomeno alla memoria.
Nessuno ottiene migliori risultati sacrificando il riposo per lo studio o il lavoro.
Al contrario, un numero adeguato di ore di sonno — tra 7 e 8 ore per gli adulti, sicuramente non meno per i minori —
Questo proverbio è orientato al mantenimento dell’attenzione e dell’impegno, non al rendimento da stacanovisti, tantomeno alla memoria.
Nessuno ottiene migliori risultati sacrificando il riposo per lo studio o il lavoro.
Al contrario, un numero adeguato di ore di sonno — tra 7 e 8 ore per gli adulti, sicuramente non meno per i minori —
migliora il consolidamento della memoria, aumenta la creatività,
e, nella storia dell’umanità, il mondo dei sogni ha prodotto molte innovazioni.
Dopotutto, chi si fiderebbe di una costruzione progettata e costruita da gente cronicamente in debito di sonno?
Anche il nostro buon pescatore ha meno probabilità di appisolarsi se ha dormito abbastanza prima di gettare la lenza.
Anche il nostro buon pescatore ha meno probabilità di appisolarsi se ha dormito abbastanza prima di gettare la lenza.
🏁 Per concludere
Ho cercato di dare una spallata a ogni pilastro del modello presentato,
con l’intento di alzare un po’ di polvere e stimolare la curiosità.
con l’intento di alzare un po’ di polvere e stimolare la curiosità.
Ho fatto quello che potevo in poco più di mille parole,
per sintetizzare in modo semi-romanzato 90 pagine del libro:
per sintetizzare in modo semi-romanzato 90 pagine del libro:
Imparare. Il talento del cervello, la sfida delle macchine —
Stanislas Dehaene — Raffaello Cortina Editore, 2019.
L'intenzione è di approfondire anche con esempi e aneddoti in futuro.
La scelta di introdurre questo modello concettuale
è dovuta alla convinzione che sia importante capire i meccanismi biologici sottostanti all’apprendimento.
è dovuta alla convinzione che sia importante capire i meccanismi biologici sottostanti all’apprendimento.
Capire meglio i nostri vincoli naturali
permette di affinare il metodo,
o di coglierne i fallimenti,
indipendentemente da quale vogliamo sperimentare.
permette di affinare il metodo,
o di coglierne i fallimenti,
indipendentemente da quale vogliamo sperimentare.

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(abbi pazienza se per ora c'é poca roba)