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Come funziona l’attenzione
Pensiero, mente e cervello

Le 3 attenzioni per annullare la sofferenza.

Se stai leggendo questa frase, probabilmente il titolo ha catturato la tua attenzione con una prospettiva accattivante.

Tuttavia, a essere onesti, bisogna ammettere che sei stato tratto in inganno. Non è possibile annullare del tutto la sofferenza, o comunque non in modo permanente. Chiedo scusa per il sotterfugio, è stato fatto in modo benevolo per introdurre il seguente argomento.

È però vero, che imparare a padroneggiare in modo consapevole questi aspetti della nostra vita mentale aiuta, e non poco, nel gestire parecchi fastidi della frenesia da Sapiens moderni. Fra i più diffusi vi sono indubbiamente tutte le tecniche di meditazione, di cui i monaci buddisti sono fra i più grandi maestri, avendo sviluppato tecniche millenarie per prendere le redini delle funzioni attentive.

Attenzione! È un meccanismo collaudato, frutto del geniale e cieco programma di ricerca e sviluppo (evo-devo) dell’evoluzione darwiniana. Un programma in buona parte automatizzato e onnipresente, che spesso ci salva la pelle. Bando alle ciance e sorvoliamo sull’elogio al grande Darwin (ci sono troppe occasioni per farlo).
 
È comunque vero che abbiamo tre funzioni o sistemi cardine dell’attenzione — secondo il modello di Michael Posner — ampiamente accettati dalla comunità scientifica:

  • Allerta o vigilanza: possiamo immaginarlo come una vedetta che segnala ogni stimolo rilevante proveniente dal nostro ambiente; un po’ come “gattona, annusa, sobbalza” dei suricati nel Re Leone — quello che potrebbe essere intervenuto quando avete letto “annullare la sofferenza” nel titolo.
     
  • Orientamento: la vedetta si consulta con i propri ricordi o gli altri membri del branco (altri moduli cerebrali, per renderlo cervellotico), per decidere su cosa valga la pena concentrarsi o cosa sia più importante. Si inizia a fissare delle priorità. Questo secondo filtro avrà già fatto chiudere la pagina a molti lettori.
  •  
  • Esecutivo: è il centro di “intelligence operativo” che mette in ordine logico e definisce le priorità dei primi due — che inviano incessantemente informazioni dall’ambiente — e il tutto è svolto in funzione degli obiettivi più o meno chiari della nostra coscienza. La coscienza è il parlamento che legifera in modo accurato, o disordinato, anche in base alle informazioni ricevute dai primi due “servizi di osservazione”. Se siete arrivati fino a qui, nella vostra stanza del potere decisionale esecutivo si è deciso di concedere una possibilità di ulteriore attenzione. Grazie 😉!

È comunque l’organizzazione della catena di comando del potente sistema esecutivo che, se ben strutturata, può migliorare anche l’efficienza delle vedette e dei sistemi di orientamento. Proprio come nelle istituzioni umane, l’attenzione esecutiva si pianifica prima degli eventi e reagisce solo dopo: nel momento presente, gli attori principali restano l’allerta e l’orientamento.

È importante notare che il sistema esecutivo non è e non va confuso con la coscienza, anche se ne fa parte integrante: è uno dei suoi diversi elementi, non la sua voce. Facendo un po’ di speculazione si potrebbe dire che l’attenzione cosciente tende inesorabilmente ad essere: o troppo in anticipo o un pochino in ritardo. I maestri della “centratura” li abbiamo nominati sopra. Ma approfondire diventerebbe davvero lungo, e comunque non farebbe l’unanimità. Anche tra i luminari delle neuroscienze e certi filosofi ben piazzati, regna ancora il disaccordo. Per restare in tema, ognuno focalizza l’attenzione su aspetti diversi ma connessi, con priorità e gerarchie diverse.

Permettetemi di citare un semplicissimo quanto elegante esempio di interazione reciproca fra i primi due sistemi, con eventuali "direttive" del terzo — va precisato che in realtà sono tutt’altro che rigidamente gerarchici, a dispetto della semplificazione precedente — come espresso da Eugen Bleuler nel 1916:

“… a un uomo in giro per la città viene fame e va in una locanda. Ora, gli è venuta fame perché l'insegna della locanda gli ha ricordato il cibo oppure ha prestato attenzione all'insegna della locanda (anziché a miriadi di altre impressioni) perché aveva fame?”
[E. Bleuler - Trattato di psichiatria, 15a edizione 1983 — traduzione italiana pubblicata da Editrice La Scuola 2014]

Come continua l’autore, le due cose accadono insieme. Potremmo dire che il sistema vigilanza diffusa (la vedetta che scruta) vede l’insegna e lo segnala all’orientamento selettivo (la scelta su cosa fissare lo sguardo). Entrambe, ovviamente, sono influenzate — ma non tassativamente comandate — dal sistema esecutivo, che stabilisce le priorità e assegna risorse (ho poca o molta fame), in base alla moltitudine di informazioni provenienti dal resto del sistema nervoso e dal corpo. È qui che le cose iniziano a farsi interessanti — e un po’ più complicate. Ma, come ci insegnano sia la neurofisiologia che la politica, spesso le priorità arrivano tardi, quando il danno è già fatto.

Va anche precisato che molto di questo lavorio, descritto in modo semi romanzato, accade anche a livello inconscio e nell’ordinario flusso dei pensieri interni, consapevoli o meno. Il flusso di informazioni è bidirezionale: dall’ambiente verso il pensiero e dal pensiero, che attiva nuove domande da porre all’ambiente che ci circonda. Il secondo aspetto in diversi casi come l’attenzione visiva rappresenta la maggior parte di questo flusso. Quante volte ci possiamo riconoscere nella frase:
“ha visto solo quello che voleva vedere”.

Bene, con questo abbiamo uno spunto per riflettere e prestare attenzione alla nostra attenzione. E sta al nostro sistema esecutivo prendere decisioni ragionate e decidere se la locanda merita di essere visitata. Tutto dipende dalle priorità — ho veramente fame o solo voglia di qualcosa di buono? — Importante e utile essere consapevoli e non farsi trascinare in modo impulsivo dalle notizie in arrivo.

Questi sistemi del nostro materiale pensante — o, se preferite, della nostra cara e confusa materia grigia — sono la preda per eccellenza dei tempi moderni: dai messaggi pubblicitari ai social media, passando per insegne luminose, vetrine, fino ai messaggi di propaganda politica, e — non da ultimo — agli algoritmi digitali sempre più performanti. Ognuno cerca di accalappiarsi uno spiraglio nel varco sovraccarico delle nostre attenzioni. Anche l’inizio di questo testo è stata un’esca, si conceda la tempestiva ammissione.

Se siete arrivati fino in fondo, avete la mia sincera stima e vi ringrazio per l’attenzione. Ovviamente il tema e le sue implicazioni sono molto ampie, meritano approfondimenti ulteriori, con innumerevoli possibilità e scenari che… forse… se ritornerete su questo sito troverete.

Spero di aver reso più vigili le vostre prede interiori e dato una suggestione per non farsi catturare da predatori poco raccomandabili.

 🚨 Attenzione 👀 … è proprio lei il primo bottino che ti portano via.


Parola "ATTENZIONE" in stile futuristico digitale, su sfondo nero con codice binario e atmosfera cibernetica

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