Vai ai contenuti
primates.mia
Salta menù
primates.mia

DUDU, genitori e diritti vs scuola

⚖️ Quando il diritto vale solo se non disturba la prassi 🪤

Illustrazione simbolica di una scuola pubblica. In primo piano un grande martello giudiziario, da cui sbuca un professore con sguardo sorpreso. Una busta da lettera con la scritta “primates.mia” vola sopra l’edificio scolastico.

Suggerimento per far valere il diritto a misure o rivendicazioni legittime e ragionevoli di fronte alla scuola pubblica.

Questo articolo vuole fornire uno spunto a quei genitori che, pur avendo una chiara idea delle difficoltà specifiche dei propri figli, si scontrano con la resistenza di alcuni docenti o delle direzioni scolastiche nell'applicazione di misure compensative o dispensative.
Lo scritto è basato su esperienza personale e non è da prendere come generalizzazione da estendere in modo impassibile a tutti i casi di contenzioso.

La lettera modello (scaricabile in fondo alla pagina) è stata scritta — senza troppe formalità — firmata dal sottoscritto e consegnata brevi manu dal figlio, dopo una serie di accese discussioni con i docenti e la direzione dell'istituto scolastico frequentato.
Motivazioni dietro la stesura della lettera? Alcune affermazioni — a mio avviso sconcertanti — da parte di professionisti che avevano effettuato diagnosi e test, con tanto di raccomandazioni allegate. Raccomandazioni che, purtroppo, si riducevano spesso alle solite liste standard, poco personalizzate né contestualizzate.

Ripeto alcune frasi che mi sono sentito dire e che, pur comprendendone i retroscena, mi hanno lasciato allibito a suo tempo:

  • Un primario di pediatria, durante un colloquio per selezionare le misure adatte tra quelle generiche: "tanto decide la scuola!" 🙈🙉🙊.
  • Un altro medico, dopo avermi dato ragione sull’interpretazione di certi problemi e possibili soluzioni scolastiche, aggiunge: "Il problema è che ha a che fare con un riccio" 🦔
  • Un neuropsicologo, in un’altra conversazione in cui cercavo conferme sulla correttezza della mia interpretazione e delle misure proposte, commenta:
    “Sì, è giusto… se riesce a farlo capire alla scuola.”  🦉

A parte la risposta del primario, da Ponzio Pilato istituzionalmente debole, gli altri lasciavano implicitamente intendere: "...se trova il modo ce lo faccia sapere perché noi non l'abbiamo ancora trovato".

Ma la peggiore delle affermazioni, purtroppo la più realistica, fu questa:
“Ci vorranno anni per cambiare le cose.”

Ora sono passati anni, e non so quanto sia cambiato. I figli sono adulti, e uno dei due sta ancora pagando le conseguenze di quel sistema percepito come uno scaricabarile permanente.

📜 La lettera che segue è nata da una dose non indifferente di frustrazione.
Ma fu apprezzata dal docente di classe, che ne colse il senso e parve quasi sollevato nel poterla inoltrare ai livelli superiori della dirigenza scolastica.


Gentili docenti,

riguardo mio figlio [nome – cognome]:

di seguito vi espongo, nel modo più semplice possibile, un incentivo che vi permetta di comprendere meglio le motivazioni nel chiedervi di mettere in pratica — da subito e senza riserve — la lista di strategie compensative allegata.
 
Costituzione federale della Confederazione Svizzera
1
2
3
4 La Confederazione e i Cantoni rispettano il diritto internazionale.
 
… le garanzie internazionali dei diritti dell’uomo, come quelle sancite ad esempio dalla CEDU, hanno sempre la priorità rispetto a leggi federali…
(Rapporto tra diritto internazionale e diritto nazionale)
 
Articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
1) …
2) …
3) I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.
 
 
Resto a disposizione per dubbi o chiarimenti.
 
Cordialmente
 
[nome – cognome]



Questo strumento, se utilizzato, va gestito cum grano salis, con pensiero fondato, coerenza e l’appoggio di alternative costruttive alla base di qualsiasi rivendicazione.
Inoltre, è bene non farsi illusioni: anche nel nostro caso non cambiò molto, se non per il fatto che alcuni personaggi fecero almeno finta di abbassare un pochino le orecchie.
Sappiamo bene quanto sia difficile far valere le convenzioni sui diritti umani — l'iniziativa “Anziane per il clima” lo dimostra — ci vogliono anni e una montagna di soldi in avvocati e scartoffie.
Nel frattempo, i vostri figli fanno in tempo a diventare genitori a loro volta.

Ad ogni modo, questa lettera non può essere del tutto ignorata: ha comunque un peso morale.

Mi auguro che nessuno, tra coloro che decidessero di usare questa via, fraintenda il messaggio.
Non vuol dire: “tu, docente, devi insegnare come dico io” — ci sono altri venti, venticinque alunni in classe.
Vuol dire: farsi valere come genitori, e rivendicare il diritto di proporre un’alternativa ragionevole, adeguata al contesto, e soprattutto orientata
al reale benessere e al piacere di andare a scuola dei propri figli.

[E.B]



🫱🏼‍🫲🏾 Il tuo sostegno è la nostra autonomia
🪙 Anche un piccolo contributo fa la differenza
❤️ Grazie per la comprensione

Torna ai contenuti