Sette domande e un’eco inquietante

❓ Un interrogativo per ogni consigliere federale — libera scelta
1) Il Consiglio federale svizzero sarà di nuovo dalla parte ipocrita della Storia?
2) Non stiamo dando, ancora una volta, priorità agli affari economici?
3) Non finiremo per ammettere tutto in ritardo, con le solite scuse a decenni dai fatti?
4) Fino a che punto si vuole continuare con il funambolismo concettuale dei “buoni uffici”?
5) Non saranno proprio i membri della più alta carica politica a non voler vedere l’elefante nella stanza?
6) A quali mostruosità siamo legittimati a credere e quali massacri indotti a ridimensionare?
7) Non sarebbe ora di smetterla di far passare il popolo per stupido con la favoletta della guerra d’informazione?
E per il cancelliere: leggere ad alta voce il seguente estratto…
… molti sopravvissuti (tra gli altri, Simon Wiesenthal nelle ultime pagine di Gli assassini sono fra noi, Garzanti, Milano 1970) ricordano che i militi delle SS si divertivano ad ammonire cinicamente i prigionieri:«In qualunque modo questa guerra finisca, la guerra contro di voi l’abbiamo vinta noi; nessuno di voi rimarrà per portare testimonianza, ma se anche qualcuno scampasse, il mondo non gli crederà. Forse ci saranno sospetti, discussioni, ricerche di storici, ma non ci saranno certezze, perché noi distruggeremo le prove insieme con voi. E quando anche qualche prova dovesse rimanere, e qualcuno di voi sopravvivere, la gente dirà che i fatti che voi raccontate sono troppo mostruosi per essere creduti: dirà che sono esagerazioni della propaganda alleata, e crederà a noi, che negheremo tutto, e non a voi. La storia dei Lager, saremo noi a dettarla»(Primo Levi, prefazione a I sommersi e i salvati, Torino: Einaudi 1986)
Suona terribilmente attuale.
Soprattutto da quando a Gaza è stata interrotta la connessione internet.
Non doveva succedere allora come non deve ricapitare oggi.(Nessun diritto riservato)